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Channel: Tutorial Fimo e Cernit – Creatività Organizzata
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Trucchi Fimo: le tecniche un’esperta.

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Questo quello che successe: gironzolando tra i laboratori di un Liceo Artistico

vidi una donzella incollare fimo crudo a un barattolo di vetro.

“Ma il vetro in forno poi non scoppia?” – chiesi ingenua (la risposta

nell’intervista sotto).

Inizia così la mia chiacchierata con Alice Barocelli, una dolcissima e gentilissima

creativa del fimo.

Così gentile che ha accettato di sottoporsi ad un intervista e a rispondere a

qualche domanda sulle tecniche fondamentali e i trucchi che lei usa per

realizzare le sue creazioni.

 

trucchi di cottura e lavorazione del fimo

 

Iniziamo:
Ciao Alice, prima di tutto grazie di cuore per la tua disponibilità e la gentilezza

che mi hai riservato.

Prima di passare alle domande tecniche, ti va di parlarci un po’ di te?

So che ti sei diplomata al liceo artistico e che vendi le tue creazioni in fimo

personalizzate al 100% attraverso la tua Pagina Facebook.

Dicci di più:

Alice Barocelli

Grazie mille di cuore a te, Stefania, per la grande opportunità che mi hai offerto!

La mia passione è iniziata quando in terza del Liceo Artistico ho scelto l’indirizzo di studio e mi sono ritrovata in una nuova classe dove non conoscevo nessuno.

Ho pensato che un buon modo iniziare a socializzare con i nuovi compagni sarebbe stato preparare un regalino per ognuno e ho pensato di usare il Fimo.

Me ne sono innamorata subito, in pochi mesi avevo realizzato una miniatura per tutte le persone che conoscevo e in pochi mesi realizzai le mie prime 60 statuine in fimo.

Adesso ho 20 anni (sono passati 4 anni da quelle prime creazioni), frequento l’Accademia delle Belle Arti di Venezia e il mio sogno, dopo essermi laureata, è quello di aprire un negozietto tutto mio dove vendere le mie creazioni in fimo e non solo: in questi anni ho approfondito tante altre tecniche: decoupage, intaglio delle candele, modellazione dell’argilla, origami e macramè.

Domanda 1: ti va di rispondere subito alla domanda “ma il vetro in forno non scoppia“?

Volentieri!
Il vetro in forno non scoppia, basta tenere conto di tre fattori fondamentali.

Cottura: seppur in alcuni tutorial dicano di cuocere le creazioni in Fimo in un forno preriscaldato, ho sempre cotto le mie creazioni (e quindi tutti i materiali su cui applicavo la pasta polimerica) in forno freddo. In questo modo non vi è un netto sbalzo di temperatura tra esterno ed interno e quindi il vetro, che tende a modificarsi a seconda della temperatura dell’ambiente in cui si trova, si adatta gradualmente alla cottura e non rischia di rompersi. Lo stesso discorso vale per il raffreddamento di qualsivoglia creazione; se estratte subito al termine della cottura, le statuine sono colpite troppo velocemente da un ambiente freddo e per questo rischiano di rompersi (anche il Fimo stesso). Consiglio quindi di lasciarle in forno fino a che questo non si sarà raffreddato.

Vetro: alcuni tipi di vetro sono fragili in quanto molto sottili, per cui non sono adatti alla cottura in forno. Altri tipi di vetro sono invece più spessi e quindi più resistenti (i vasetti di conserva, miele e salse, bottiglie, bicchieri). Ciò non significa che non esista un vetro sottile che sia in grado di resistere alla cottura. Esempi lampanti sono le boccette di vetro in miniatura, impiegate nella bigiotteria e usate spesso anche da me. Una mattina dovevo cuocere alcune creazioni e tra queste vi erano queste boccettine. Essendo ancora abbastanza intontita non mi ero accorta che la temperatura era impostata sui 210°! Morale della favola, il fimo si è carbonizzato, casa si è riempita di fumo tossico e il forno era da buttare. Indovinate le uniche cose che si sono salvate dalla catastrofe? Proprio le boccettine.

Aria: Quando andremo a cuocere la nostra creazione di Fimo, che sia una boccetta, una bottiglia o un vasetto, dobbiamo fare attenzione a privare l’oggetto di vetro del proprio tappo o di un’eventuale chiusura. Se questi vengono cotti da chiusi, durante la cottura l’aria all’interno di essi è impossibilitata a fuoriuscire. Ciò comporta un aumento di pressione che causa la pericolosa rottura della nostra creazione.

 

incollare fimo ai metalli tutorial

 

Domanda 2:su quali altri materiali incolli il fimo prima della cottura? Usi anche un po’ di colla? Scartavetri prima? Dicci i trucchi.

Applico il fimo crudo, oltre che sul vetro, anche su molti altri materiali: legno, metallo, terracotta, ceramica, sughero, immagini stampate su carta, pietre dure.
L’unico materiale che non deve assolutamente entrare in contatto con la pasta polimerica cruda è la plastica. Se ciò accade ha inizio una reazione chimica che scioglie la plastica e rovina irrimediabilmente il fimo.

Uno dei materiali fondamentali per far si che la pasta polimerica cruda si incolli su un determinato supporto è il fimo liquid: questo materiale è fimo liquido che viene utilizzato come collante e per ammorbidire il fimo. Se unito a gessetti colorati, colori acrilici o trucchi, il fimo liquid può simulare qualsivoglia cibo e sostanza (cioccolata calda, salse, panna).

 

usare fimo liquid tutorial

 

Vetro: è un materiale problematico da utilizzare assieme al fimo dato che, essendo liscio, il fimo non ha presa sul vetro. Per lo stesso motivo anche il fimo liquid è inutile, a meno che non si realizzi una creazione all’interno dell’oggetto, come questa:

 

incollare fimo al vetro

 

Nel caso in cui il fimo decori l’esterno dell’oggetto in vetro, dopo cottura consiglio di staccare delicatamente la pasta polimerica dall’oggetto e di incollarla nuovamente con alcune gocce d’attack.

 

delfino fimo

 

Legno: questo materiale, in grado di assorbire i liquidi, una volta entrato in contatto con il fimo comincia a sottrargli lentamente gli oli che esso contiene. Se passa troppo tempo tra la lavorazione e la cottura dell’oggetto realizzato si rischia che in questo intervallo si formino crepe laddove la pasta polimerica è rimasta completamente priva di oli.
D’altro canto nemmeno il legno lavorato va bene, in quanto una volta cotto in forno comincerà a scrostarsi e l’intero lavoro sarà rovinato.
Per far si che il fimo si incolli bene al legno stendo su quest’ultimo un leggero strato di fimo liquid e nel caso, scartavetro preventivamente se la superficie è troppo liscia. Dopo cottura, nei punti che mi appaiono più fragili di altri, aggiungo con uno stuzzicadenti alcune gocce d’attack.

 

incollare fimo al legno

 

Metallo: Il fimo liquid sul metallo non ha presa, così come non ha presa nemmeno il fimo. Seppure sembri ben adeso al metallo, preferisco staccare delicatamente il fimo dopo cottura dal suo supporto metallico, in modo da incollarlo nuovamente con una goccia d’attack. Lo stesso vale per i chiodini piatti utilizzati principalmente nella realizzazione di doll e miniature. A meno che il gancetto non sia filettato e se inserito senza che questo si incastri all’interno della pasta polimerica, il chiodino tende a sfilarsi. Anche in questo caso estraggo delicatamente il chiodino liscio, lo bagno con qualche goccia d’attack e lo reinserisco velocemente.

Terracotta: essendo ruvida come il legno grezzo, la terracotta trattiene abbastanza bene il fimo e non ne assorbe gli oli. Nonostante tutto, anche in questo caso consiglio l’uso del fimo liquid da stendere leggermente dove andrà applicata la pasta polimerica.

 

incollare fimo su terra cotta tutorial

 

Ceramica: come sul metallo, il fimo ha pochissima presa sulla ceramica in quanto patinata e quindi il fimo liquid è inutile. A meno che non si realizzi una copertura totale con la pasta polimerica, una volta cotto è meglio staccare con delicatezza il fimo e applicarlo nuovamente con alcune gocce d’attack.

Sughero: essendo molto ruvido, il fimo riesce ad incollarsi bene al sughero. Per sicurezza è sempre bene passare il canonico leggero strato di fimo liquid prima di applicare la pasta polimerica.

Immagini stampate su carta: in questo caso è il fimo a fare da supporto! Come per il legno, il contatto tra pasta polimerica e carta deve essere il più breve possibile prima della cottura, in quanto il materiale assorbe gli oli del Fimo e si rovina. Sono numerosi i metodi per applicare un’immagine stampata su fimo crudo e cotto, ma io ne ho provati due e ho trovato la tecnica più adatta a me.
Il primo metodo consiste nello stendere un leggero strato di fimo liquid sul fimo crudo, in modo che la carta rimanga adesa alla pasta polimerica. Vi è però il rischio che, una volta in forno, l’immagine si sollevi leggermente e si vanifichi l’intero lavoro.
Il secondo metodo, quello da me utilizzato, consiste nel cuocere il fimo e, una volta cotto, incollarvi l’immagine con un leggero strato di colla vinavil.

Pietre dure: per prima cosa bisogna documentarsi riguardo la pietra che si è scelto di utilizzare (un’informazione utile è ad esempio la temperatura massima a cui può resistere quella determinata gemma). Quando poi si procede ad applicare la pasta polimerica il fimo liquid è di grande aiuto! Se usato con parsimonia favorisce l’incollaggio della pasta polimerica alla pietra. Se in alcuni punti della pietra si nota il fimo liquid in eccesso non disperate, in quanto dopo cottura è possibile ripulire facilmente la gemma dal fimo liquid oramai cotto.
L’attack è assolutamente da evitare! Se utilizzato in eccesso, a contatto con la pietra crea degli aloni bianchi difficili da nascondere, soprattutto se la pietra è di una tonalità scura. Nel caso sia strettamente necessario utilizzare una colla sulla pasta polimerica cotta, consiglio l’uso della vinavil.

 

anello fimo

 

Domanda 3: il fimo è meglio del cernit? quali sono le differenze?

Cernit e fimo sono paste polimeriche apparentemente simili. Si possono mischiare assieme, si cuociono alla stessa temperatura, sono facili da trovare in commercio sia in rete (a basso prezzo) sia nei negozi di hobbistica (a prezzo medio-alto). Entrambe sono disponibili inoltre in numerosi colori (Normal, Soft ed Effect per il fimo, Glamour e number one per il cernit).

Le differenze sono però molteplici:

Il fimo è prodotto in Germania, è una pasta al tatto molto morbida e oleosa, per cui facile da lavorare. Se riscaldata troppo tende perfino a colare e ad essere molto appiccicosa. I colori più scuri tendono a sporcare molto le mani, per cui ogni volta che si utilizza un colore diverso bisogna pulirsi le mani con una salvietta o lavarsele abbondantemente con acqua e sapone.
Quando si secca il fimo tende a sbriciolarsi e bisogna reintegrare gli oli che ha perduto grazie al fimo liquid, al fimo quick mix o a metodi alternativi.
Dopo cottura il fimo ha tonalità leggermente più scure rispetto alla pasta cruda, ma è possibile ridargli lucentezza attraverso il lucido apposito.
In commercio è reperibile in panetti da 56-57 gr in numerosi colori o in panetti da 350 gr nei colori primari.

Il cernit è prodotto in Belgio, è una pasta che al tatto, anche se nuova, si presenta molto dura ed è facile che si sbricioli. E’ improbabile per questo che diventi troppo morbido per essere modellato ma è comunque molto difficile da maneggiare. In ogni caso i colori anche se scuri non sporcano troppo le mani.
Dopo cottura il cernit cambia leggermente colore.
In commercio è reperibile in panetti da 62 gr, cosa che lo rende più economico rispetto al fimo.

Non credo di avere abbastanza esperienza per dire se il fimo è meglio del cernit o viceversa, in quanto ho lavorato quest’ultima solo per poco tempo; entrambe hanno difetti e pregi in quantità. Continuo comunque a preferire il fimo per via della sua lavorabilità, in quanto avendo spesso problemi alle mani, la consistenza troppo dura del cernit mi porterebbe a compiere numerose pause che con il fimo non sono necessarie.

 

creazioni fimo alice

 

Domanda 4: come si fa ad ammorbidire i pezzi di fimo induriti? si può?

Anche se il fimo è diventato duro come la pietra non c’è da disperarsi. E’ così solo perché ha perduto gli oli che lo rendevano così morbido all’inizio. Ci sono diversi metodi per riportare la pasta polimerica alla sua morbidezza originaria, tra cui l’utilizzo del kit “Fimo Quick Mix” e l’utilizzo del fimo liquid.
Quando però il fimo è veramente troppo duro, anche questi due materiali possono far cilecca e non aiutare affatto la creativa disperata!
Per questo ho trovato un metodo alternativo che può riportare il fimo alla sua morbidezza originaria:

Dopo essersi procurati una piccola grattugia da destinare solamente al fimo e dopo aver messo da parte una buona quantità di fimo liquid, si comincia a grattugiare il panetto di fimo indurito, in modo da ridurlo a piccoli granelli. Una volta compiuto questo passaggio, si aggiunge fimo liquid ai granelli di fimo, si mescola e si impasta fino a che non diviene compatto e non scompaiono i granelli.

Vi sono anche altri metodi per ammorbidire il fimo: scaldarlo con phon o termosifone, metterlo al sole (se in estate), macinarlo con un frullatore insieme al fimo liquid (sconsiglio vivamente questo metodo), bagnarlo con acqua.
Ho provato buona parte di questi sistemi ma mi sono trovata bene solamente con quello che vi ho descritto prima!

 

gufi innamorati fimo

 

Domanda 5: come si fa a non lasciare le impronte digitali sulla creazione? o se non si può fare a meno di farle, come si possono eliminare?

Il problema delle impronte digitali si presenta a causa di due fattori correlati tra loro: l’inesperienza e la pasta polimerica troppo morbida.
Quando si è creativi alle prime armi si tende a modellare per troppo tempo e\o con troppa irruenza il fimo. La pasta diviene così troppo morbida e legge il disegno delle superfici che la toccano (dita, mani, strumenti, piano di lavoro).

A questo si può rimediare aspettando che la pasta diventi leggermente più dura e imparando a dosare forza e delicatezza nella modellazione!

Nel caso in cui non si riesca a fare a meno di lasciare traccia sulle proprie creazioni, si possono eleminare “accarezzando” delicatamente il fimo laddove presenta il segno delle impronte digitali.

Un’altro sistema è quello di lisciare le creazioni prima della cottura con delle salviette umidificate, ma attenzione però: può succedere che queste diano problemi con i colori molto chiari o che, alcuni tipi di salviette lascino pelucchi poi difficili da eliminare. Io proprio per questi motivi preferisco non usare questo sistema.

Se ci si accorge di aver rovinato la propria creazione solo dopo averla cotta, si può rimediare utilizzando carta abrasiva a grana fina!

Domanda 6: che colori usi per dipingere il fimo?

Avendo una così ampia gamma cromatica a disposizione, tendo a non dipingere le mie creazioni con colori acrilici ma mi sbizzarrisco mischiando tra loro più colori diversi di fimo. In questi quattro anni ho infatti imparato le quantità necessarie e che risultato ottengo unendo determinati colori.
Se voglio dare un particolare effetto alla pasta polimerica che non posso ottenere attraverso l’unione di due colori di fimo, quando quest’ultimo è ancora crudo si possono utilizzare i gessetti colorati, i trucchi vecchi, o anche polveri metalliche prodotte dalla stessa Staedler. In questo modo si riesce a creare più sfumature sulla stessa creazione.

Se mi trovo nell’impossibilità di realizzare alcuni dettagli a causa delle dimensioni ridotte dell’oggetto, una volta cotto il fimo lo dipingo con i colori acrilici. Essendo resistente all’acqua, una volta che il colore sarà asciutto si potrà completare il tutto con il lucido per fimo.

 

biscottini fimo

 

Domanda 7: ma davvero è meglio non usare il forno di casa? è pericoloso?

La Staedler ha rinnovato da alcuni anni la “ricetta” del fimo eliminando buona parte di quei componenti che lo rendevano tossico. Al suo interno però sono comunque rimasti oli e sostanze che, durante la cottura, evaporano e impregnano il forno utilizzato (se si cuoce per molti giorni di seguito senza mai pulirlo si può notare come le pareti siano divenute oleose). Ogni volta che si accende nuovamente il forno, queste sostanze si rimettono in circolo. Credo proprio che nessuno vorrebbe mangiare delle patate al forno al gusto fimo!

Nonostante il Fimo sia realmente tossico solo quando si brucia (vedasi il disastro a cui ho accennato nella prima risposta), io consiglio a tutti di prendere un fornetto elettrico da usare esclusivamente per creazioni in fimo, o almeno pulire perfettamente il forno e attendere almeno un giorno prima di usarlo nuovamente per cucinare pietanze. Dal canto mio, non mi fido ad utilizzare lo stesso forno per entrambe le cose, anche se pulito perfettamente!

Domanda 8: la cottura in forno è l’unico sistema di cottura?

Conosco altri due sistemi di cottura alternativi ideati dalle creative: cottura a bagnomaria e utilizzo del forno a microonde.
Questi due metodi implicano però delle problematiche:

La cottura a bagnomaria non sempre garantisce la completa cottura dell’oggetto e si rischia quindi che la propria creazione resti cruda all’interno. Le pentole utilizzate non possono essere più impiegate per cucinare cibo per via delle sostanze contenute nel fimo che si liberano durante la cottura. Queste ultime, mentre nel forno vi sono poche possibilità che ne fuoriescano, con questa cottura sono libere di impregnare la stanza in cui ci si trova, perciò sarebbe bene areare la stanza.

L’utilizzo del forno a microonde è decisamente pericolosa. La pasta polimerica viene portata ad alte temperature troppo velocemente e lo sbalzo termico causa molto facilmente la pericolosa esplosione della propria creazione.

 

charmeleon charizard fimo

 

Domanda 9: è un domanda un po’ ampia lo so, ma hai qualche trucco in particolare per chi vuole realizzare le dolline?

Non solo è ampia ma la risposta sarà decisamente difficoltosa; proviamoci lo stesso!

Innanzitutto consiglio di usare un chiodino piatto come struttura interna. In questo modo testa e corpo e possibile copricapo non si staccheranno e inoltre il chiodino, se arrotolato, fungerà da gancetto. Per introdurlo all’interno della doll consiglio di partire da un corpo centrale di un colore, solitamente i pantaloni ma anche il rosa delle gambe se dovesse indossare una gonna, e creare un corpo a goccia, da cui poi ricaveremo le gambe.
Successivamente andremo a “vestire” la doll con gli altri indumenti di diverso colore.

Per realizzare piedi e mani consiglio di usare piccole sezioni di fil di ferro da inserire sia nel corpo centrale che nelle gambe e nelle braccia, aiutandoci anche con delle gocce di fimo liquid. In questo modo si sarà più sicure che non si staccheranno.

Per quanto riguarda la testa, consiglio di darle prima la forma, unirla al corpo centrale e poi procedere alla realizzazione di occhi, naso, bocca e orecchie. Inoltre è meglio cuocere la doll da calva. Solo successivamente si andranno ad attaccare capelli e sopracciglia aiutandoci con il fidato fimo liquid. In questo modo non si rischierà di sporcare la pelle del viso con il colore dei capelli.

Durante la lavorazione e la cottura è bene tenere sollevata la doll dal piano di lavoro, dato che se appoggiata si appiattirà! Per evitare tutto questo si può utilizzare una molletta di legno che trattenga la parte di chiodino che fuoriesce dalla doll, tenendola a testa in giù.

 

cuore vetro fimo

 

Domanda 10: come calcoli il costo delle tue creazioni?

E’ decisamente complicato calcolare il costo delle proprie creazioni. La propria parte sentimentale ti dice di metterle ad un prezzo alto, perché ti piacciono e in qualche modo “hai dato loro la vita”, la parte razionale invece ti blocca ricordandoti che non è giusto. Solo ultimamente ho trovato una coerenza nel calcolare il prezzo delle mie creazioni. Tengo conto di quattro fattori fondamentali: eventuali spese per componenti e oggetti, spese per i collanti, spese per il fimo, lavoro.

Spese per componenti e oggetti: ogni volta che compro un componente nuovo (anelli, chiusure, chiodini piatti, ecc.) e un nuovo oggetto (piatti, scatoline, cornici, ecc.), dò loro un codice e li elenco indicandone il costo. In questo modo, quando andrò ad utilizzarli, so già a quanto ammonta la spesa relativa.
Quando devo calcolare il fil di ferro, il tessuto o le catene per bracciali e collane, calcolo in questo modo: se 50 metri (5000 centimetri) di catena mi sono costati 30€, 60 centimetri di catena mi vengono a costare 0,36€. Lo stesso vale per il fil di ferro e il tessuto. In pratica devo dar fondo a quel poco di matematica che ho imparato a scuola, hahaha!

Spese per i collanti: per collanti intendo le colle normali (attack, colla vinilica) e il Fimo Liquid. In questo caso è impossibile riuscire a calcolare come per catene e fil di ferro, quindi ho una semplice tabella! In base alla quantità di colla o fimo liquid (poco, normale, tanto) aggiungo al costo finale 0,50€ , 1-2€ , 2-5€!

Spese per il fimo: il calcolo è simile a quello che metto in pratica per catene e fil di ferro, solo che questo implica il pesare il fimo prima che venga applicato sull’oggetto e prima che venga cotto. Avendo elencato precedentemente a quanto ho comperato i panetti in fimo (solitamente in internet spendo 2,05€ al panetto) tengo conto del peso di ogni creazione! Se 57 grammi di fimo costano 2,05€ e una statuina pesa 114 grammi, questa costerà 4,10€.

Lavoro: solo da un anno ho cominciato ad aggiungere al costo delle mie creazioni anche il tempo che ci metto per realizzarle! Ho valutato un’ora del mio tempo come 5€. Se quindi impiego un’ora e mezza per realizzare un lavoro, al costo finale si aggiungeranno 7,50€.

E’ un procedimento abbastanza lungo calcolare in questa modo il costo delle mie creazioni, ma con tale metodo sono sicura di dare il giusto prezzo ad ogni cosa e di essere onesta. Mi dà abbastanza fastidio quando vedo da altre creative oggetti molto semplici ma che costano l’ira di Odino, perciò cerco di essere il più giusta possibile!

Conclusione:

Ovviamente avevo ancora tantissime domande da fare ad Alice, ma credo già di aver approfittato più che in abbondanza della sua gentilezza.

Ringrazio ancora Alice e te che hai letto fino a qui.

Per creazioni personalizzate su richiesta puoi contattare Alice con un messaggio privato dalla pagina Alice e il Fimo delle Meravigle.

 

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